Consigli utili per scegliere la tipologia di vetri adatta ai vostri infissi

Composizione del vetro singolo e betrocamera

Se dovendo scegliere dei nuovi infissi per la nostra abitazione la domanda che ci poniamo è “vetro singolo o vetrocamera?”, allora significa che siamo completamente digiuni di qualunque nozione in materia ed è bene prima di effettuare un acquisto inutile ed avventato fare un po’ di chiarezza sull’argomento e capire effettivamente cosa dobbiamo esigere da dei buoni componenti vetrati per poter garantire alla nostra abitazione un livello di confort ambientale quantomeno più che accettabile.

Cominciamo con il dire che i problemi maggiori riguardanti qualunque involucro edilizio generalmente sono connessi proprio alla presenza di superfici vetrate: queste infatti sono caratterizzate da una trasmittanza molto maggiore di quella che invece caratterizza le chiusure opache del nostro edificio (ovvero muri, solai e coperture) e ciò significa che in inverno esse tendono a disperdere molto più rapidamente il calore presente all’interno delle nostre case ed allo stesso modo durante la stagione calda lasciano penetrare la radiazione solare, surriscaldando così eccessivamente gli ambienti che vi si trovano a diretto contatto. Ma le problematiche connesse alla presenza dei vetri sono anche altre: non sono solo il caldo, il sole ed il freddo a fare il loro ingresso nella nostra casa proprio dai vetri, anche i rumori penetrano molto più facilmente; inoltre bisogna far attenzione che non vi siano spifferi d’aria e che la tenuta all’acqua sia perfetta. Il vetro poi è certamente l’elemento più fragile del nostro involucro, per cui da un lato bisognerà far in modo che anche urtandoci accidentalmente questo non si rompa e dall’altro sarà necessario anche garantire che attraverso finestre e porte finestre non possano entrare ladri e malintenzionati: in poche parole bisognerà valutare la questione anche dal punto di vista della sicurezza!

Per tutti questi motivi, ma soprattutto da qualche anno a questa parte, da quando anche in Italia si è cominciato a parlare di efficienza energetica e classificazione energetica degli immobili, la scelta dei serramenti è divenuta una componente essenziale e nulla che li riguarda può essere lasciato al caso, poiché le loro caratteristiche finiscono per incidere in maniera pesante sulle prestazioni globali di tutto l’edificio.

Un tempo quando si acquistavano dei nuovi serramenti si faceva molto più caso all’aspetto estetico del telaio eper quanto riguardava invece i vetri si sceglieva essenzialmente solo lo spessore della lastra ed eventualmente se si desiderava avere una superficie completamente liscia e trasparente piuttosto che una opaca e/o lavorata in un determinato modo. Oggi invece le cose sono molto cambiate ed è diventato necessario prestare assoluta attenzione al ben che minimo dettaglio e ad ogni più piccolo componente sia del telaio che dei vetri, per poter essere sicuri di fare un investimento corretto, duraturo e capace di apportare delle migliorie al nostro involucro, permettendo non solo di limitare i consumi energetici, ma anche proprio di “vivere meglio” all’interno dei propri spazi domestici.

In molte abitazioni vecchie è ancora possibile trovare dei vetri singoli: in questi casi vi è un’unica lastra di vetro posizionata al centro del telaio (che generalmente è di legno, ma può anche essere metallico) e di certo questi sono gli unici frangenti in cui è possibile ritrovarsi a fare i conti con elementi del genere, che oggi non vengono più utilizzati praticamente per nessun tipo d’applicazione.

In effetti da diverso tempo oramai non vengono più installati serramenti con vetri singoli, ma tutt’al più si utilizzano le cosiddette vetrocamere (anche nel caso di ristrutturazioni e restauri, poichè possono essere montate anche su telai che precedentemente ospitavano vetri singoli), ossia doppi o tripli vetri accoppiati tra loro, dove tra uno e l’altro viene lasciata una camera d’aria che aumenta il potere isolante e che contiene sali disidratati che da un lato servono ad evitare la formazione di condensa e dall’altro a bloccare il ponte termico che altrimenti si instaurerebbe. Quando la tipologia più diffusa in commercio era quella del vetro singolo, già possedere dei doppi vetri era un lusso; oggi anche la classica tecnologia del vetro camera è almeno in parte da considerarsi superata.

Per comprendere a pieno come viene realizzato un vetrocamera  è bene sapere che le singole lastre di vetro vengono tenute separate mediante appositi distanziatori, generalmente realizzati in alluminio, materiali metallici o polimeri rinforzati, che servono a garantire un’adeguata resistenza meccanica all’insieme e, e a seconda dei casi, possono anche influenzare la resistenza termica dell’infisso. Si registra inoltre la presenza di un sigillante “primario” di adesione tra i vari pannelli vetrati, che garantisce la tenuta dell’intercapedine e solitamente è composto di polisobutilene e di un sigillante “secondario”, generalmente realizzato in polisolfuro, che garantisce una connessione tra tutti i vari componenti, costituendo una seconda sigillatura. In ultimo, come già accennato, troveremo delle sostanze essicanti (per lo più a base di zeolite), che hanno il compito precipuo di adsorbire il vapor acqueo evitando che si formino condense all’interno delle intercapedini.

Anche tra le vetrate realizzate in questo modo però ve n’è di maggiormente performanti rispetto ad altre, tutto dipende dallo spessore di ciascuna intercapedine, da quello delle singole lastre di vetro e dal fatto che queste siano solo due piuttosto che tre; inoltre per migliorare ulteriormente le prestazioni di questa tipologia di vetrate al posto dell’aria le camere presenti tra una lastra di vetro e l’altra possono essere riempite di gas nobili (generalmente Argon e Kripton), caratterizzati da valori di conduttività termica inferiore, che dunque concorrono ad aumentare il potere isolante dell’intero componente edilizio.

Indicativamente una lastra singola dello spessore di 6 mm, per un normale vetro float ,è caratterizzata da un valore di trasmittanza termica all’incirca pari a 5,7 W/m2K, utilizzando un doppio vetro con aria all’interno dell’intercapedine (dallo spessore di 12 mm) si possono raggiungere i 2,8 W/m2K (meno della metà!), valore che scende ulteriormente a 1,9 W/m2K per un triplo vetro e che si riduce rispettivamente fino a 2,5 e a 1,6 W/m2K per doppi e tripli vetri contenenti Kripton (sempre considerando ovviamente lastre da 6 mm e camere da 12 mm). Il miglioramento dunque appare evidente dal raffronto delle suddette cifre anche agli occhi di un profano.

Oggi come oggi se si desidera sostituire i propri vecchi infissi e poter usufruire degli incentivi fiscali è però necessario rispettare ben determinati valori di trasmittanza che variano a seconda della zona climatica in cui si risiede e che comunque, soprattutto per le aree più settentrionali, tendono ad esser piuttosto bassi, motivo per cui in alcuni casi l’impiego di un normale triplo vetro può bastare mentre in altri per rientrare all’interno dei valori normati bisogna quantomeno ricorrere anche all’inserimento dei gas nobili all’interno delle intercapedini. In talune circostanze particolari poi (soprattutto per le nuove costruzioni che devono sottostare a leggi ancor più precise e restrittive nell’ottica di una minimizzazione dei consumi e di una riduzione dei gas serra) anche questa può rivelarsi una precauzione non sufficiente, perché magari ci si trova in aree dal clima particolarmente rigido o perché ci troviamo a dover fare i conti con superfici vetrate molto estese, che dunque rappresentano la porzione più consistente del nostro involucro edilizio. Per questo motivo è possibile sposare diverse tecnologie e ricorrere a vetro camera non solo contenenti gas inerti, ma che ad esempio al contempo sia anche basso emissivi, ovvero per i quali su almeno una faccia di una lastra vetrata sono stati depositati strati di ossidi metallici che riducono significativamente le dispersioni di calore verso l’esterno.

Tornando alla domanda iniziale da cui eravamo partiti, ovvero“vetro singolo o vetrocamera?”,ora la risposta appare lampante: sicuramente vetrocamera, meglio se formata da un triplo vetro, magari con gas nobili all’interno; anche se bisogna ricordarsi che la scelta non si riduce a quest’alternativa, ma contempla molte più tipologie di vetrate, tutte assolutamente performanti, capaci di soddisfare ogni esigenza sia estetica che prestazionale!

Immagini: it.lorex-ny.com

Sara Raggi

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