Sebbene esistano diverse tipologie e tantissimi modelli di antifurto per la casa, in linea teorica tutte si basano sul medesimo principio di funzionamento e si compongono di determinate componenti: una centrale di allarme, dei rilevatori o sensori, degli attuatori e dei controlli di attivazione e disattivazione dell’impianto stesso.

Componenti del sistema di allarme.

La sicurezza è indubbiamente un tema caro a tutti, soprattutto al giorno d’oggi, con tutte le notizie preoccupanti che su questo fronte si apprendono quotidianamente dai telegiornali e dai notiziari ed in special modo quando si tratta di sentirsi sicuri all’interno della propria casa, che per antonomasia rappresenta un ambiente familiare ed accogliente dove rifugiarsi quando si è stanchi o si ha un problema per trovarvi consolazione e conforto, dove tutto ci si può aspettare fuorchè qualcuno entri senza il nostro consenso! In effetti non vi è cosa più scioccante e traumatizzante che subire un furto o una rapina nella propria abitazione, certamente anche per il danno economico che ne consegue, ma soprattutto proprio perché viene a cadere quella certezza di poter contare su un “porto sicuro” in cui tornare ogni sera, dove ritrovare i nostri affetti ed il nostro equilibrio: se non ci si può più sentire tranquilli ed al riparo neppure tra le proprie mura domestiche allora ogni altra nostra consapevolezza viene in qualche modo a cadere e per questo motivo è bene prendere tutte le precauzioni del caso per far sì che la nostra abitazione sia il più possibile protetta da qualunque tipo di ingerenza esterna.

Ovviamente il problema della sicurezza è in qualche misura commisurato anche al contesto in cui si abita, per cui chi risiede in un quartiere periferico o in una villa isolata chiaramente è più esposto al rischio di chi abita in centro città in un bel quartiere, magari molto frequentato, così come chi abita ai primi piani e fronte strada risulta più facilmente appetibile (ma talvolta, a seconda della tipologia di edificio, anche chi risiede all’ultimo piano o in mansarda può essere più facilmente soggetto a furti perché l’accesso dalla copertura o dai vani tecnici in essa collocati può rivelarsi piuttosto agevole); in realtà oggi comunque nessuno può escludere l’eventualità che qualche ladro o qualche balordo decida di fargli visita e questo indipendentemente da dove abiti e dal tipo di casa o di ricchezze di cui dispone.

Ovviamente qualunque malintenzionato, per qualsiasi motivo, volesse entrare clandestinamente nella nostra abitazione dovrebbe farlo cercando in qualche modo di aprirsi un “varco”, forzando o rompendo una parte del nostro involucro edilizio che sia sufficientemente ampia da consentirgli l’accesso (questo a meno che, ovviamente, per non facilitarli eccessivamente il compito non ci si sia dimenticati di chiudere la porta a chiave o non si sia lasciata aperta una finestra!). È evidente che difficilmente i ladri decideranno di entrare sfondando una parete o di passare dal camino come Babbo Natale: la maggior parte delle effrazioni vengono compiute proprio passando attraverso le aperture già esistenti e dunque forzando o rompendo gli infissi, sia che questi siano porte di primo ingresso piuttosto che in alternativa anche finestre o portefinestre (la scelta dipende da un lato dalla facilità di scassinare un elemento piuttosto che l’altro, ma anche da quale risulta essere il punto meno visibile, in cui i ladri si sentono di poter lavorare con maggior tranquillità senza correre il rischio di essere visti).

Innanzitutto dunque dovremo assicurarci che tutti i nostri infissi, che in qualche misura e a vario titolo possono dare accesso all’abitazione, siano stati adeguatamente pensati ed anche installati a regola d’arte così da non correre inutili rischi (ovviamente dovremo sempre chiuderli!): per cui la porta di primo ingresso dovrà essere blindata, ma qualora vi siano altre porte che da vani accessori, come il garage o la taverna, portano direttamente nell’abitazione anche queste dovranno essere altrettanto sicure, meglio se mai vetrate. Per quanto riguarda più nello specifico gli infissi invece è sempre bene chiudere tutte le finestre e se si sta fuori per un lungo periodo (o anche semplicemente dal mattino presto fino a sera tardi) sarebbe meglio chiudere anche i sistemi oscuranti, nonostante anche questi risultino facilmente forzabili (sebbene ne esistano dotati di speciali ganci di sicurezza che di certo rendono il tutto più complicato!); l’ideale sarebbe dotarsi di vetri antieffrazione che non possono essere sfondati completamente e dunque vi impediscono qualunque tipo di passaggio attraverso; se poi si ritiene di trovarsi in una situazione particolarmente pericolosa è bene ricorrere anche all’impiego di grate o inferriate di sicurezza.

Se nonostante tutto ancora non ci si sente sicuri si può ricorrere anche all’istallazione di un impianto d’allarme, scegliendo tra tutti i vari  dispositivi tecnologici di sicurezza oggi in commercio; nonostante alcuni li ritengano poco efficaci e superflui, in quanto possono essere anch’essi elusi e sovente possono scattare anche quando non ve n’è realmente bisogno; d’altro canto oramai si sa bene che anche la tecnologia non è infallibile, ma comunque per molti solo l’idea di avere la casa protetta da un impianto antifurto resta comunque una certezza in più che gli permette di dormire (a torto o a ragione non sta a noi stabilirlo!) sonni più tranquilli.

Sebbene esistano diverse tipologie ed ovviamente tantissimi modelli di antifurto per la casa, è bene dire che in linea teorica tutte si basano sul medesimo principio di funzionamento e si compongono di determinate componenti: ovvero una centrale di allarme, che altro non è che il vero e proprio cervello di tutto il sistema, che riesce a gestire e coordinare tutte le altre componenti dell’impianto; dei rilevatori o sensori che sono quelli deputati a captare il pericolo e a trasmetterlo; degli attuatori, che possono essere sirene o combinatori telefonici (o entrambe le cose) e servono a far scattare l’allarme ed avvisare chi di competenza ed infine dei controlli di attivazione e disattivazione dell’impianto stesso, ovvero quegli strumenti appositamente pensati per gestire l’impianto da parte dell’utente e che possono essere di vario tipo (dalla classica tastierina numerica, fino al telecomando o alla chiave elettronica).

Oggi poi con il progresso tecnologico e la domotica è possibile anche controllare e programmare l’antifurto di casa in modo “remoto”, attivandolo o disattivandolo tramite dispositivi mobili (attraverso il pc o lo smart phone); non solo ma esistono anche i cosiddetti antifurti senza fili, che per funzionare sfruttano la tecnologia wireless e dunque sono installabili in qualsiasi contesto (e dunque anche in edifici già esistenti per i quali l’eventualità di un impianto d’allarme non era stata prevista in fase progettuale) senza la necessità di intervenire con costosi e fastidiosi lavori di muratura, necessari invece per far passare i cavi di un impianto di tipo più tradizionale. Per sceglier l’impianto che maggiormente fa al caso nostro è sempre opportuno rivolgersi ad esperti del settore, magari facendosi fare preventivi diversi da più ditte e confrontando non tanto i prezzi quanto le tecnologie e le prestazioni fornite; tra le varie cose è fondamentale soprattutto la scelta del tipo e del numero di sensori da installare. In commercio infatti si possono trovare differenti tipi di sensori il cui funzionamento si basa su principi fisici diversissimi (e che di conseguenza garantiscono standard di sicurezza diversi!); alcuni sensori, come quelli a microonde ed a ultrasuoni, si limitano unicamente a rilevare la presenza ed il movimento di un intruso, mentre altri, come i sensori a infrarossi passivi, sono in grado di registrare le alterazioni di temperatura ed altri ancora con contatti magnetici (e definiti “puntuali”) rilevano l’apertura di ingressi e finestre.

Difficile dire quanto possa costare installare un impianto d’allarme per un’abitazione perché i fattori che influenzano il prezzo finale sono molti: innanzitutto bisogna considerare le dimensioni effettive dell’alloggio da proteggere e l’eventuale presenza di uno spazio verde esterno (magari in cui installare delle telecamere di videosorveglianza); bisogna poi capire quanti sono i potenziali punti d’accesso all’abitazione da proteggere, scegliere il tipo di antifurto che maggiormente fa al caso nostro (sia per quanto riguarda il tipo di centrale, ma soprattutto per ciò che concerne il numero ed il tipo di rilevatori) e valutare oltre all’installazione a regola d’arte quali siano gli altri servizi che il sistema scelto ci garantisce (una cosa è se una volta che il nostro antifurto scatta questo avverte unicamente noi o anche se vengono immediatamente allertate le forze di sicurezza o ancora servizi di vigilanza privati). Insomma i parametri che entrano in gioco sono molteplici; certamente su internet si trovano diversi tipi di kit antifurto fai da te a partire da poche centinaia di euro, ma il grado di protezione che sono in grado di fornire è direttamente proporzionato al prezzo pagato e per quanto possa essere piccola la nostra casa difficilmente per un impianto d’allarme efficiente ed installato a regola d’arte si potrà spendere meno di un migliaio d’euro, se però vogliamo investire nella nostra sicurezza è bene farlo nel migliore dei modi altrimenti tanto vale soprassedere!

Immagini: www.antifurtocasa.eu

Sara Raggi

Ti è piaciuto l'articolo o hai dei suggerimenti da fare?

comments powered by Disqus